Progetto Riabilitativo per Pazienti Affetti da Osteoporosi

Ortopedia Torino Osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia con elevati livelli di morbilità e di mortalità che colpisce un rilevante numero di pazienti. Costituisce uno dei costi sanitari e sociali di maggiore incidenza  per le fratture e i danni terziari  da essa causati quali insufficienza polmonare, disturbi venosi ed embolici, piaghe da decubito e deterioramento muscolo scheletrico.

In questo stadio l’osteoporosi diventa uno stato d’infermità che altera la qualità della vita e che pertanto viene riconosciuta come Malattia sociale  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per poter svolgere la sua funzione di supporto meccanico del corpo, l’osso deve essere in grado di sostenere le sollecitazioni della vita quotidiana. Ne consegue che l’attività fisica risulta importante nell’influenzare l’integrità scheletrica e soprattutto può svolgere un’azione preventiva. Infatti è stato affermato che anche se l’osteoporosi è una malattia della terza età, questa trova le sue radici nell’età dello sviluppo: infatti la massa ossea raggiunge il massimo sviluppo tra la seconda e la terza decade di vita e si riduce progressivamente con l’avanzare dell’età; quindi la quantità di tessuto osseo di una persona dipende dal patrimonio scheletrico che si acquisisce all’apice dello sviluppo somatico.

L’incidenza della perdita scheletrica diventa importante  quando lo scheletro inizia a perdere la sua precipua capacità che è quella di resistere agli sforzi, alle sollecitazioni e di fungere da deposito emopoietico, per un asincronismo del rimodellamento della struttura.

Nei soggetti osteoporotici la diminuzione della massa ossea è molto importante tanto da essere una delle cause di rischio di fratture patologiche che sono associate di solito a cadute accidentali, causate da fattori concomitanti quali: scarso controllo posturale, astenia muscolare, riduzione o alterazione dei riflessi cinestesici e propriocettivi, sindromi vestibolari o conseguenti a malattie specifiche come il Morbo di Parkinson, l’emiplegia, ecc .

Questo sta a significare quanto sia importante innanzitutto PREVENIRE, concetto che in riabilitazione assume  un significato sempre più importante.

La prevenzione consta di un programma di intervento multidisciplinare che include educazione, modificazioni dell’ambiente con eventuale sopralluogo del domicilio, assistenza attraverso counselling fisiatrico con il paziente e i famigliari e realizzazione di un programma di esercizi individuali ben concepiti e calibrati.

La prevenzione dovrebbe diventare lo stile di vita di ognuno di noi e soprattutto dei soggetti a rischio di fratture osteoporotiche e può essere attuata seguendo dei semplici consigli:

  • Evitare l’immobilità prolungata (quindi fare passeggiate quotidiane su terreni piani)
  • Non camminare su strade sconnesse o percorsi accidentati per limitare (soprattutto in pazienti anziani) il rischio di cadute
  • Non utilizzare tappeti o cere sui pavimenti che possano rendere sdrucciolevoli le superfici del proprio alloggio
  • Utilizzare calzature comode e soprattutto chiuse con suola antiscivolo
  • Utilizzare ausilii per migliorare la propria autonomia e ridurre il rischio di perdita di equilibrio durante la deambulazione
  • Utilizzare tappetini antiscivolo nella vasca da bagno e disporre di maniglioni  alle pareti per appoggiarsi con sicurezza, e corrimani in prossimità delle scale
  • Utilizzare protezioni imbottite ai fianchi
  • Alzarsi da sedie con braccioli
  • Infilarsi calze e pantaloni avendo l’accortezza di sedersi sul letto o su una sedia allo scopo di rendere più stabile la base d’appoggio.
  • Evitare flessioni con il tronco e il sollevamento di oggetti pesanti
  • Evitare ambienti poco illuminati
  • Evitare il più possibile l’assunzione di medicamenti sedativi
  • Correggere difetti visivi

Ovviamente questi piccoli accorgimenti di carattere ambientale e di stile di vita, possono sembrare banali agli occhi di molti, ma soprattutto per le persone anziane con deficit della forza muscolare, dell’equilibrio, bradicinesia e soprattutto  insufficiente coordinazione possono essere di notevole aiuto al fine di evitare cadute con conseguenti fratture vertebrali, del collo del  femore etc…

Per quanto riguarda la parte più specifica la Medicina Fisica e la Riabilitazione propongono dei programmi in fase pre clinica e di malattia conclamata.

L’attività fisica deve rispettare alcune caratteristiche fondamentali e quindi deve essere:

VARIA: in modo da creare una stimolazione meccanica sempre corretta adattando gli esercizi alle condizioni cliniche del soggetto

GRADUALE: al fine di evitare le fratture da stress

COSTANTE E REGOLARE: perché l’interruzione dell’esercizio per lungo tempo riporta il metabolismo osseo ad un livello inferiore, non essendoci più stimolazione funzionale, con il rischio anche di perdere le capacità raggiunte

ADATTATA: all’età e al sesso dei soggetti

IN FASE ACUTA: l’intervento riabilitativo avrà lo scopo di ridurre il dolore a carico del rachide con prescrizione di terapia fisica antalgica, con applicazioni di TENS, somministrazione di farmaci antalgici e utilizzo di ortesi.

IN FASE SUB ACUTA E CRONICA: il compito del fisioterapista sarà quello di dare particolare attenzione agli esercizi di equilibrio e di coordinazione, importanti per evitare il più possibile le cadute, oltre a preparare programmi specifici di potenziamento muscolare, svincolo dei cingoli.

IN FASE DI ESITI DI FRATTURA: il programma riabilitativo sarà adeguatamente studiato in collaborazione con il Fisiatra al fine di definire che tipo di esercizio è realmente indicato,con quale intensità, per quanto tempo e in quale modo deve essere verificato con il Tecnico Ortopedico per l’indicazione di corsetti, l’addestramento all’uso degli ausili e delle ortesi e l’eventuale  svezzamento da questi ultimi.

Alcuni studi hanno evidenziato che l’idroterapia dovrebbe essere considerata come una modalità di trattamento quando il paziente riferisce dolore da recente frattura vertebrale e/o problemi posturali e di equilibrio.

Infatti l’acqua con le sue proprietà fisiche (galleggiamento e temperatura) può influenzare alcuni parametri fisiologici come la forza muscolare, la capacità aerobica e il controllo del dolore, permettendo più facilmente il movimento. Inoltre alcuni esercizi di estensione del tronco  possono essere compiuti in acqua incrementando gradualmente le resistenze.

 

ESERCIZI

L’approccio riabilitativo  deve comprendere esercizi generali e specifici distrettuali. Come sempre il malato deve essere considerato globalmente per poter ottenere risultati validi ed accettabili, quindi accanto ad esercizi mirati andranno effettuati esercizi generali che coinvolgano tutto l’organismo.

Il concetto alla base della proposta rieducativa è di creare una stimolazione meccanica dinamica sufficiente sull’osso per avere effetto osteoblastico.

La revisione della letteratura internazionale sembra evidenziare come miglior stimolo possibile la forza muscolare trasmessa tramite i tendini al tessuto osseo durante la contrazione. Per questo motivo saranno quindi proposti esercizi isometrici, isotonici senza carico o con pesi  leggeri e a resistenza elastica progressiva.

L’importante è evitare sovraccarichi eccessivi che possono risultare dannosi per l’apparato osteo-articolare.

Bisogna invece fornire al tessuto osseo una stimolazione moderata, in senso compressivo, intermittente, prolungata nel tempo.

Uno degli scopi del programma riabilitativo sarà quello di combattere l’insorgenza di grave cifosi dorsale attraverso esercizi posturali di correzione dell’atteggiamento anomalo, esercizi respiratori che comportino la rieducazione dell’apparato respiratorio e della gabbia toracica e, infine, esercizi di potenziamento della muscolatura estensoria del tronco.

 

Gli esercizi che vengono proposti possono essere attuati in scarico e in carico: i primi, come ho detto poc’anzi, hanno lo scopo di diminuire la postura cifotica attraverso il reclutamento dei muscoli estensori del dorso. I secondi sono importanti  perché l’esercizio sotto carico conferisce un effetto positivo allo scheletro, fornendo un maggior stimolo osteogenico. Inoltre migliorando  l’equilibrio in statica eretta si cerca di ridurre la frequenza e la gravità delle cadute.

Gli esercizi proposti vanno svolti lentamente, senza forzare eccessivamente e senza provare dolore (come precauzione si può far indossare il corsetto protettivo che impedisca movimenti involontari che possono causare dolore).

 

  • Paziente seduto con braccia flesse e mani appoggiate al petto, allontanare gli arti superiori dal tronco allargando le braccia ed effettuando una profonda inspirazione. In espirazione le braccia ritornano alla posizione di partenza.

 

                             

                Stiramento dei muscoli pettorali ed intercostali

  • Paziente davanti allo specchio per effettuare l’esercizio in modo cosciente e correggere l’atteggiamento viziato. Braccia lungo i fianchi: in ispirazione portare le braccia in dietro e contemporaneamente estendere la colonna cervicale e dorsale, mantenere qualche secondo e in espirazione tornare in posizione di partenza.

 

                                 

 

                            Esercizi di rieducazione posturale

  • In posizione supina con anche e ginocchia flesse, il paziente solleva il capo da terra mantenendo la posizione per qualche secondo.

                               

Esercizio isometrico per il potenziamento della muscolatura addominale

 

  • Paziente in posizione supina con braccia estese e ginocchia flesse, deve far aderire la schiena al tappeto riducendo la lordosi lombare e mantenere per qualche secondo (se è possibile durante la fase espiratoria)

                             

 

     Esercizio isometrico della muscolatura flessoria della colonna lombare (addominali)

 

  • Paziente in posiziona prona con un cuscino sotto l’addome per ridurre la lordosi lombare, solleva il capo, le spalle e se riesce il petto dal materassino, mantenendo la posizione per qualche secondo

 

                               

 

       Esercizio combinato isotonico e poi isometrico per il potenziamento della muscolatura estensoria della colonna vertebrale

                                   

    

                       Esercizio isotonico per il potenziamento dei muscoli glutei e dorso-lombari

  • Il paziente in posizione quadrupede, solleva alternativamente gli arti inferiori facendo attenzione a non superare il livello del tronco con il ginocchio

 

                                                      

                               

               La posizione seduta diminuisce o riduce al minimo il dolore  nei pazienti affetti da osteoporosi

 

  • Esercizi di estensione accoppiati ad esercizi che riducano la lordosi.

 

 

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Esercizi per migliorare la resistenza degli estensori lombari e dei muscoli glutei

 

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                                     Posizione del gatto

Gli esercizi dorsali di estensione dovranno poi essere affiancati da esercizi di rafforzamento muscolare addominale isometrico. Questi migliorano il supporto muscolare della colonna, ma devono essere effettuati in modo da non causare stiramenti sbagliati dei legamenti.

 

 

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Esercizi per la diminuzione della lordosi lombare con contrazione isometrica dei flessori lombari

 

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Tecniche di esercizi isometrici per rafforzare i muscoli addominali

 

Il programma di esercizio fisico deve essere sempre personalizzato secondo la gravità della perdita ossea e la validità residua dei pazienti.

Gli esercizi di flessione non sono raccomandati perché aumentano le forze comprimenti verticali sulla massa vertebrale ed anche la possibilità di incidenza di fratture incuneate anteriori, oltre a provocare l’aumento stesso della cifosi.

Gli esercizi di stiramento dei pettorali e di altri muscoli respiratori, come quelli intercostali, sono importanti. Sono consigliati esercizi di respirazione profonda combinati con stiramento pettorale ed estensione toracica spinale.

Tutto quanto appena elencato e proposto non deve essere fine a se stesso, ma spunto iniziale per stimolare e coscientizzare i pazienti a considerare l’attività fisica una vera e propria metodica terapeutica, che ha valore solo se effettuata con metodo e frequenza periodica al proprio domicilio.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

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